E' nata la “figlia” di Iris: si chiama Isa
IS.A. è l’acronimo di Isontina Ambiente, la nuova società che prenderà il posto di Ambiente Newco e di quella che tecnicamente è stata sempre definita Iris “residua”, la parte di società rimasta esclusa dalla cessione del ramo-energia a Eni e AcegasAps.
Ormai quasi tutti i Consigli comunali isontini hanno approvato l’operazione: ed è stato un vero e proprio tour de force per Armando Querin, presidente di Iris, che ha illustrato a tutti i consiglieri delle 25 municipalità gli scenari futuri. «In soldoni, si sta concretizzando il “passaggio di proprietà” del ramo-ambiente da Iris ai Comuni. Nelle prossime settimane - spiega Querin - ci saranno le assemblee di Iris e di Ambiente Newco e dal 15 agosto le municipalità potranno firmare la convenzione con la nuova società che è stata denominata I.SA. Il capitale sociale è di circa 12 milioni di euro: soldi che derivano anche dalla cessione del ramo-energia. L’affidamento, che sarà in house, durerà quindici anni». I Comuni diventeranno i protagonisti assoluti in quanto faranno parte tutti della compagine societaria che non prevede soci privati. «Per tre anni abbiamo lottato contro i continui cambiamenti legislativi - spiega ancora Querin - ma finalmente ne siamo venuti a capo. In pratica si riprodurrà abbastanza fedelmente ciò che è già capitato con Irisacqua con il controllo affidato interamente ai Comuni». Un concetto su cui spinge anche Guido Germano Pettarin, assessore alle Società partecipate. «L’iter è stato tortuoso e lunghissimo a causa delle continue modifiche normative. Cosa succederà nel concreto per i cittadini? Dobbiamo tendere all’abbassamento dei costi».
Una conditio sine qua non anche per il sindaco Ettore Romoli. Che, però, confessa: «È stato commesso, a mio parere, un grave errore a non cedere anche il ramo ambientale così come abbiamo fatto con il comparto energia. Le dimensioni della nuova società sono così modeste che non sarà facilissimo effettuare grandi economie di scala. In ogni caso, credo sarà possibile migliorare il servizio abbattendo i costi». Il piano pluriennale prevede un tasso medio di incremento annuo 2013-2028 pari al +0,9%, «inferiore - si legge nei documenti Iris - rispetto alla crescita dell’inflazione annua stimata in +1,5%: ciò corrisponde al netto dell’effetto dell’inflazione ad un tasso medio del -0,3% annuo».
Ma non tutti la pensano così. Mentre “Gorizia è tua” ha votato con la maggioranza, il Pd si è rifiutato di partecipare al voto. «Anche se la maggioranza del gruppo ha condiviso, nelle linee essenziali, la creazione di una società completamente pubblica a cui affidare il servizio, abbiamo espresso forte contrarietà su due punti: il metodo seguito e il piano industriale. Nella formazione di una società di totale proprietà dei Comuni, i Consigli comunali non possono trovarsi a prendere atto di un fatto compiuto, ridotti al ruolo di certificatori impotenti e senza margine di intervento su documenti che possono ormai solo essere votati, ma non modificati - spiega Giuseppe Cingolani -. In secondo luogo abbiamo ritenuto deludente un piano industriale che nei prossimi 15 anni si pone l’obiettivo di aumentare la raccolta differenziata di soli 4 punti percentuali, passando dall’attuale 63% al 67% nel 2028. In un arco di tempo così ampio non è previsto alcun calo significativo delle bollette, non si mettono in preventivo interventi significativi per ridurre la produzione dei rifiuti, né viene dato uno spazio adeguato all’ampliamento programmato dell’autocompostaggio per aree omogenee».